De Tomaso Vallelunga Berlinetta – 1967

De Tomaso Vallelunga Berlinetta - 1967



De Tomaso Vallelunga Berlinetta – 1967


Marca : De Tomaso
Modello : Vallelunga
Anno : 1967
Telaio N. : 807DT0115
Motore N. :
Esemplari prodotti : 53
Designer : Giorgetti Giugiaro by
Carrozzeria : 
Motore : 4 cilindri in linea
Cilindrata : 1.592 cc
Distribuzione : DOHC
Valvole Cilindro : 2
Potenza : 104 CV a 6.200 giri/min
Top speed Km/h :


Auction Result
2017 – Padova – Bonhams – Unsold


Alejandro De Tomaso ha iniziato a correre in Argentina nel 1951, prima di trasferirsi in Italia per guidare Maserati e OSCA; quest'ultima azienda è stata fondata dai fratelli Maserati dopo aver venduto la soceità che porta il loro nome. Questa esperienza ha successivamente ispirato De Tomaso a formare la propria azienda – De Tomaso Automobili – in Italia, a Modena per la precisione, nel 1959. Le corse erano, all'inizio, la prima priorità, con la nuova azienda che costruiva automobili per la Formula Junior, la Formula 3, la Formula 2 e la Formula 1. La prima De Tomaso per uso stradale, la Vallelunga, non è apparsa fino al 1965. Una vettura coupé, di bell'aspetto, con motore posteriore centrale, la Vallelunga è stata costruita in piccoli numeri e, il suo telaio a passo corto, a trave centrale, ampiamente rivisto, sarà la base per la Mangusta, una vettura il cui arrivo, nel 1967, ha permesso a De Tomaso di affermarsi come serio fabbricante di automobili. Disegnati e costruiti dalla Carrozzeria Fissore, i prototipi di Vallelunga, uno spider con carrozzeria in alluminio ed un paio di vetture chiuse con carrozzeria coupé, sono apparsi per la prima volta intorno al 1963/64. Chiamata come il circuito italiano in cui De Tomaso aveva corso con discreto successo, la Vallelunga presentava un telaio, in stile Chapman, a trave centrale mosso da un motore a quattro cilindri Ford Kent da 1,5 litri. Insolitamente per l'epoca, con una scelta all'avanguardia dei tempi ed oggi ampliamente utilizzata sulle auto da corsa, meno sulle vetture di produzione, il motore aveva anche funzione strutturale.

L'origine di De Tomaso come costruttore di auto da corsa, si è riflessa anche nella ciclistica della Vallelunga, fatta di sospensioni indipendenti con quadrilateri oscillanti e molle elicoidali, sterzo a cremagliera e freni a disco sulle quattro ruote. La speranza di De Tomaso era che un importante produttore automobilitico rilevasse il progetto ma, quando si accorse che nessuno era interessato, decise di proseguire da solo, appaltando la costruzione alla Carrozzeria Ghia di Torino, una società che avrebbe acquistato in seguito. La Vallelunga di serie era caratterizzata da una straordinaria carrozzeria coupé realizzata in vetroresina, disegnata da , con più di un riferimento alle 250LM e Dino 206. Rispetto alle vetture assemblate dalla Fissore, si possono osservare numerose differenze in coda e nei dettagli, il più evidente dei quali, riguarda l'accesso al cofano motore che avviene per mezzo di un portello di vetro, piuttosto che, come sui prototipi, attraverso la parte posteriore della vettura incernierata. Sebbene un'umile “aste e bilancieri”, il motore Ford Kent era robusto e facile da preparare e, in aggiunta, quando installato nella Vallelunga era dotato di carburatori Weber. La potenza era trasmessa, con un cambio, transaxle, della Hewland. Sono state circa 50 le Vallelunga prodotte tra il 1965 ed il 66, prima che De Tomaso passasse alla Mangusta.


Alejandro De Tomaso began racing in his native Argentina in 1951 before moving to Italy to drive for Maserati and OSCA, the latter firm having been founded by the Maserati brothers after they sold up. This experience inspired him to form his own company – De Tomaso Automobili – in Modena, Italy in 1959. Racing was the order of the day to begin with, the fledgling firm building cars for Formula Junior, Formula 3, Formula 2 and Formula 1. De Tomaso's first road car – the Vallelunga – did not appear until 1965. A pretty, mid-engined coupé, the Vallelunga was built in small numbers and would contribute its short-wheelbase, backbone chassis – extensively re-engineered – to the Mangusta, the arrival of which in 1967 established De Tomaso as a serious automobile manufacturer.
Styled and constructed by Carrozzeria Fissore, the Vallelunga prototypes – an alloy-bodied spider and a couple of closed coupés – first appeared around 1963/64. Named after the Italian circuit where De Tomaso had raced with some success, the Vallelunga featured a Chapman-esque backbone chassis frame and was powered by a 1.5-litre Ford Kent four-cylinder engine. Unusually, the latter acted as a stressed chassis member, a practice that has since become commonplace for competition cars but remains rare among passenger vehicles. De Tomaso's background as a manufacturer of racing cars was reflected in the Vallelunga's running gear, which consisted of all-round independent suspension by means of wishbones and coil springs, rack-and-pinion steering, and four-wheel disc brakes.

It had been De Tomaso's hope that a major motor manufacturer would take on the project, but when no approach was forthcoming he decided to go it alone, turning production over to Carrozzeria Ghia, a company he would later acquire. The production Vallelunga featured striking glassfibre coupé bodywork – styled by Giorgetto Giugiaro – with more than hint of Ferrari 250LM and Dino 206 about it. Compared with the Fissore cars, there were numerous detail differences, the most obvious concerning access to the engine bay, which was by means of a glass hatch rather than the hinged rear body section of the prototypes. Although a humble pushrod unit, the Ford Kent engine was robust and tuneable, and when installed in the Vallelunga was fitted with Weber carburettors. Power was transmitted via a Hewland transaxle. Approximately 50 production Vallelungas were made during 1965/66 before De Tomaso moved on to the Mangusta.



 

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